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Testimonianza di
“Tra gli altri doni, che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo stesso glorioso Padre, c’è la nostra vocazione... Perciò l’Apostolo dice: Conosci la tua vocazione.” (cfr. TestsC 2-4). Ricordando le parole che la Madre Santa Chiara scrive nel suo Testamento, accolgo con gioia l’invito a testimoniare le meraviglie che il Signore ha operato nella mia piccola vita. Mi chiamo sr. Maria Sandra, ho 28 anni, sono di Lunamatrona (Cagliari) e sono novizia nel Monastero Santa Chiara di Paganica (L’Aquila). Il cammino che mi ha portato oggi a seguire il Signore più da vicino sull’esempio di Chiara d’Assisi ha avuto origine da alcune domande profonde che mi portavo dentro, quando verso la fine del Liceo mi interrogavo sul senso della mia vita, quale direzione darle, come spendere al meglio questo bene così prezioso, e in che modo avrei potuto essere felice e diventare pienamente me stessa. Il Signore bussò alla porta delle mie domande quando, nell’estate 2003, una delle mie più care amiche, allora novizia, mi invitò a venire a trovarla qui in Abruzzo e a partecipare a un corso vocazionale; era la prima volta che mettevo piede in Monastero e non sapevo quasi nulla di Santa Chiara, ma rimasi profondamente colpita dalla gioia che traspariva dai volti di quelle che ora sono diventate le mie Sorelle, dai loro occhi, dal loro sorriso: la loro vita nascosta e umile, semplice e laboriosa, intessuta di silenzio e di preghiera, trasudava bellezza da ogni parte; mi dicevo: “Come è possibile?! Queste donne hanno lasciato tutto, eppure io le vedo felici; non hanno nulla, eppure trasmettono una serenità che noi qua fuori neppure immaginiamo…”. Ma c’era di più: nel silenzio del Monastero, in quella solitudine abitata, feci una forte esperienza di incontro con quel Dio che mi era stato da sempre Amico e compagno, fin da quando ero bambina; ricordo ancora lo stupore di quei giorni: facendo memoria della mia vita mi scoprivo a un tratto profondamente amata, custodita, guardata con tenerezza da Colui che è Misericordia. Mi nacque un’immensa gratitudine nei confronti di Colui che mi ha dato la vita con tutto ciò che la rende bella, e che, come dice San Paolo: “mi ha amato e ha dato se stesso per me” (cfr. Gal 2,20); volevo rispondere all’amore di Dio; ma come? Come al giovane Francesco, nel mio cuore si impresse una domanda: “Signore, che cosa vuoi che io faccia?”, e insieme a lui pregavo: “Altissimo, glorioso Dio, illumina il cuore mio…”. Da quel momento in poi il mio desiderio più grande era quello di conoscere la volontà di Dio e di realizzarla: scoprire la mia vocazione, quel progetto di Amore per il quale il Signore mi ha pensata da sempre, per aderirvi con tutta me stessa. Mi affascinò molto ciò che Chiara scrive ad Agnese di Boemia: “Medita, contempla, desiderando di imitarlo” (cfr. 2LAg); pur non comprendendole appieno, pensai che quelle parole racchiudevano il significato profondo della vita di Chiara e delle sue Sorelle: “guarda il tuo Sposo, il più bello tra i figli degli uomini”, dice infatti Chiara, invitando ripetutamente Agnese a fissare lo sguardo sul mistero di Gesù povero e Crocifisso, a guardarlo attentamente, quasi a penetrare dal di dentro i suoi sentimenti, a stare di fronte al mistero d’Amore di Gesù, dall’umiltà dell’Incarnazione fino alla carità della Croce, per lasciarsi trasformare da Lui. Contemporaneamente ebbi come un’intuizione: in fondo al mio cuore sentivo che quelle parole erano rivolte personalmente a me; pensavo: “e se il Signore mi stesse chiedendo proprio questo? E se fosse proprio questa la mia vocazione: consacrarmi a Lui sulla via tracciata da Chiara e Francesco?” Da quella prima esperienza ci è voluto poi un lungo percorso di ricerca e di discernimento, durato diversi anni, ma è certo che quel primo incontro bastò per cambiare radicalmente la mia vita. Ritornai in Sardegna con un grande desiderio di conoscere meglio Chiara, la sua vita e quella delle sue Sorelle Povere oggi; e più mi avvicinavo a Chiara, più lei mi portava a Gesù, più si stringeva la mia amicizia con Lui; quel silenzio che avevo gustato una volta, aveva acceso dentro di me la passione per la preghiera, il bisogno di partecipare all’Eucaristia, la sete di ascoltare la Sua Parola, semplicemente di stare con Lui, di vivere tutto alla Sua Presenza, e ancora la gioia di condividere la fede con altri giovani come me, di mettermi a servizio, e qui il dono grande della Fraternità Gi.Fra. della SS. Annunziata di Cagliari, che mi ha accompagnato per sei anni, fino all’ingresso in Monastero. Più il tempo passava, più si faceva chiaro ed irresistibile l’invito del Signore Gesù, che mi chiamava per nome e mi diceva: “Seguimi!”; cresceva sempre più in me il desiderio di dare una risposta d’Amore a Colui che per primo mi ha amato, di “restituire” con gratitudine ogni cosa a Lui, Donatore di ogni bene, di rimettere la mia vita nelle Sue mani per appartenere interamente a Lui solo, come dice Chiara: “ama con tutta te stessa Colui che tutto si è donato per amore tuo” (3 LAg), e come afferma anche l’Apostolo Giovanni: “Egli ha dato la Sua vita per noi: quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (cfr. 1 Gv 3, 16). Il Signore stesso mi ha dato la grazia di dire il mio piccolo “Si!”, sui passi di Maria, che alla proposta altissima di Dio risponde con totale docilità e disponibilità il suo “Eccomi!”: “Sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.” (Lc 1, 38); così l’11 gennaio 2009, festa del Battesimo di Gesù, sono entrata in Monastero. La tappa del postulato è stata segnata dal terremoto con tutte le sue conseguenze; infatti, tra le tante vittime del sisma, che il 6 aprile 2009 ha colpito duramente la città di L’Aquila, c’è anche la nostra Madre Maria Gemma, e tra i tanti edifici crollati c’è anche il nostro Monastero. Ma insieme alla mia Comunità posso testimoniare che, pur in un’esperienza così drammatica, veramente il Signore ha saputo far fiorire semi di vita e di speranza anche in mezzo alle nostre macerie, e si è fatto a noi vicino attraverso tanti fratelli che, con la loro solidarietà generosa e la loro carità sollecita, si sono fatti strumento della Provvidenza di Dio e della Sua tenerezza per noi. Il Signore ha continuato a custodire e guidare i miei passi, e il 2 febbraio 2011, Festa della Presentazione di Gesù al Tempio e Giornata della Vita Consacrata, ho ricevuto il saio di Sorella Povera. Nell’Anno di Noviziato Canonico trascorso nel Monastero di Foligno (Pg), ho potuto vivere un tempo di grazia, di maggiore silenzio e preghiera, un periodo molto intenso di studio e di formazione, in cui ho avuto la possibilità di conoscere più a fondo la bellezza del carisma che lo Spirito ha donato alla Madre Santa Chiara, e ho sperimentato la gioia di condividere questa tappa con altre Sorelle novizie di diversi Monasteri. Ora il cammino prosegue nella mia Comunità, nella quotidiana incessante ricerca del Volto di Dio, nascosto tra le pieghe della nostra ferialità, nella semplicità dei gesti più ordinari, presente nella nostra storia, nel volto di ogni sorella e di ogni fratello. Vado avanti, confidente e lieta, affinché il Signore stesso con la sua sapiente mano possa continuare a rafforzarmi nella scelta sempre più consapevole e salda di Lui, certa che Lui solo è capace di colmare l’anelito di pienezza che c’è nel cuore di ogni uomo. Sr. Maria Sandra |
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