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Seme di speranza nella terra dell’Aquila

Testimonianza di sr. Chiara Ilaria Di Carlo,
nata a L’Aquila
e vissuta a Vigliano,
di anni 30

Pace e bene!

Carissimi fratelli e sorelle, il Signore, Padre delle misericordie, l’11 ottobre mi ha consacrato a sé con il dono della Professione Solenne nell’Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara e per sempre mi ha legata con vincoli d’amore a Lui, alle mie sorelle del Monastero S. Chiara in Paganica e alla nostra amata terra aquilana.

Insieme al dono della vita, il Signore ci dona una terra dove muovere i primi passi, dove crescere ed imparare ad amare: Gesù era di Nazaret. Così, quando il Signore ci chiama ad una chiamata specifica ci dona anche la terra dove viverla: Abramo, esci dalla tua terra e và dove io t’indicherò.

Nella mia “storia di salvezza” la terra del dono della vita e quella della chiamata coincidono nella terra aquilana che mi è stata riconsegnata nuovamente il 6 aprile scorso quando, miracolosamente uscita viva dalle macerie, il Signore mi ha ridonato la vita e la vocazione.

Vivere il terremoto, essere ad un passo dalla morte, rimanere senza nulla nel cuore della notte e soffrire per la perdita di madre Maria Gemma e di tanti nostri fratelli, è stata un’esperienza forte che mi ha rilanciata alla ricerca della verità e dell’essenziale.

Come il giovane ricco anch’io, nei giorni successivi alla tragedia, ho chiesto a Gesù di ricevere l’unica cosa che conta: la vita eterna vale a dire la vita piena, una vita gioiosa già in questa terra.

Alle parole di Gesù: “Vendi tutto e seguimi” non sono andata via triste, ma fissando lo sguardo su di Lui, l’unica cosa necessaria, ho affrettato il mio andare certa di aver trovato il tesoro, la perla preziosa, la pietra angolare su cui poggiare la casa costruita sulla roccia.

La notte del terremoto, spaventata, infreddolita e preoccupata per tutti i fratelli che vivevano a L’Aquila, mi sono sentita amata da Dio e stretta dall’abbraccio della Trinità, ho trovato nella fede la risposta a quanto era accaduto. Il terremoto non è una punizione di Dio, non è la sua mano potente che schiaccia l’uomo per i suoi peccati, è un evento naturale che oggi ci dona la possibilità di riflettere sulla vita, su ciò che davvero conta e sulla necessità di vivere in pienezza i giorni che ci sono dati e di cui non siamo padroni.

Tutto questo risuona nel dono della Professione Solenne che ho ricevuto l’11 ottobre scorso e attraverso cui ho restituito tutta la mia vita nelle mani del Creatore. La nostra vita totalmente donata a Dio ricorda che una sola è la cosa necessaria: Gesù Cristo.

Noi clarisse siamo come la candela che brucia vicino al tabernacolo per indicare la presenza di Gesù che per amore nostro tutto si è donato. Con la Professione Solenne il Padre delle Misericordie, nella Celebrazione Eucaristica che unisce la Chiesa della terra e quella del cielo, ha accolto il mio desiderio di vivere obbediente, senza nulla di proprio, in castità e in clausura in unità di spirito con le mie sorelle a servizio della Chiesa e per il bene di tutti gli uomini; e ha inserito il mio fiat dentro il Sì della Chiesa, l’unica Sposa, che innalza la sua lode a Cristo suo Sposo.

Ponendo l’offerta della mia vita dentro la Madre Chiesa raggiungo con la preghiera tutti i fratelli e le sorelle sparsi nel mondo proprio attraverso la vita evangelica vissuta con le mie sorelle in questo piccolo pezzo di Chiesa particolare nella terra di Paganica.

Possa il mio piccolo Sì essere un seme di speranza piantato nella terra di Paganica che per la misericordia di Dio porti frutti di fiducia e vita nuova nei cuori di quanti hanno ancora le ferite aperte causate dal terremoto; possa essere un faro che indichi, come ci ha invitato il nostro amato Vescovo Mons. Giuseppe Molinari, prima di tutto il Regno di Dio per tutti i nostri fratelli aquilani e di riflesso per quanti sono nel mondo intero. Sentiteci vicine, siete nella nostra preghiera!


Sr. Chiara Ilaria Di Carlo osc

Invito di Ilaria


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