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3 Ottobre 2015 - Professione Solenne - Testimonianza di sr. Maria Laura

Il mattino del 3 ottobre, giorno della mia Professione Solenne nell’Ordine delle Sorelle Povere di s.Chiara, mi sono svegliata così felice che anche la nebbia mi è sembrata bellissima: presto sarei diventata sposa di Gesù! Con questa gioia e una profonda pace ho vissuto la Celebrazione, insieme alle mie Sorelle e a tutti coloro che sono venuti a condividere la festa.

    Sento tanta gratitudine e stupore: davvero il Signore ha compiuto prodigi e ha trasformato la mia vita, la mia normalissima vita, in una meraviglia! Dio non desidera che questo: fare di me - e di ciascuno di noi - il suo capolavoro, la sua opera unica, bellissima, come Lui l’ha pensata da sempre. Quello che mi chiede è semplicemente lasciarmi amare: dire sì, come Maria, fidarmi di Lui! Il Signore me lo ha insegnato poco alla volta, con la sua stupenda pazienza.

    Nata e cresciuta a Grosseto, fin da piccola ho ricevuto dai miei genitori il dono della fede e anche il legame con la famiglia francescana, avendo uno zio frate minore. San Francesco mi ha sempre affascinato per la sua grande libertà: quando non si possiede nulla, nemmeno la propria vita, allora non si ha nulla da difendere, nulla di cui doversi preoccupare e si è veramente liberi di amare!

    Gli anni della crescita, dai 13 ai 21, sono stati accompagnati dall’esperienza dello scoutismo nella quale ho scoperto che la vita è bella quando è messa a servizio e fa felice qualcuno. Perciò decisi di studiare Chimica farmaceutica con il desiderio di diventare ricercatrice e “salvare” le persone… ma nel mio cuore c’erano anche dubbi e domande: come mettere insieme questo lavoro e il desiderio di formare una famiglia? E cosa vuol dire “salvare” la vita? Mentre riflettevo su queste cose, in una notte di grazia, si è acceso in me il ricordo di Dio: mi è tornato in mente che Dio è Padre, che mi ha creata con un progetto, che sa qual è il mio Bene… e mi sono affidata a Lui. Ho smesso di costruire da sola la mia vita e ho cominciato a chiedere a Lui: “Signore cosa vuoi che io faccia?” e nel mio cuore è nata un’incredibile gioia. Dio c’era sempre stato, ma io lo avevo tenuto a distanza, per la paura che mi “chiedesse” troppo: non sapevo che Dio non si avvicina per prendere, ma solo per dare!

    Pochi mesi dopo, ascoltando una catechesi, ho conosciuto Gesù, il suo amore per me che lo ha portato ad abbassarsi, a percorrere la via della piccolezza, della povertà fino a dare la vita... e me ne sono innamorata. Così quando, nell’estate del 2000, ho compreso che mi chiamava ad essere sua sposa, immediato e colmo di gioia è stato il mio sì. Riconoscere e accogliere la chiamata contemplativa, invece, non è stato immediato: mi faceva paura e non ne capivo il senso. In quei mesi, però, mi sono trovata circondata da situazioni di dolore di alcune persone a cui volevo molto bene ed ho sperimentato una grande impotenza. comprendere che solo l’Amore salva, solo Gesù può toccare e guarire il cuore umano. Il Signore mi ha fatto sperimentare la potenza della preghiera e mi ha mostrato questa via per amare e donare la vita, partecipando alla sua opera di salvezza, secondo il carisma di Chiara d’Assisi.

    Quando tutto sembrava ormai chiaro, il Signore mi ha messo accanto un ragazzo speciale, suscitando nella nostra amicizia un sentimento nuovo. Con lui ho scoperto la bellezza e la gioia di camminare insieme, ma proprio mentre cresceva il nostro amore conoscevo di più l’amore di Gesù, sorgente di ogni vero amore, e in me cresceva il desiderio di donarmi a Lui dando tutto, come Lui ha dato tutto per me.

    Così dopo aver concluso gli studi sono entrata in Monastero, in Toscana, nel marzo del 2004. Questi anni sono stati tempo di grazia, per conoscere la mia povertà e fare esperienza della fedeltà e misericordia di Dio, per imparare poco a poco a lasciare le redini della mia vita nelle mani di Dio, abbandonandomi sempre più a Lui nella gratuità.

    Dopo il terremoto, leggendo una testimonianza delle Sorelle di Paganica, conobbi la loro storia e rimasi molto colpita dalle fede di Madre Gemma e delle poche sorelle anziane che ebbero il coraggio di lasciare tutto, cioè lo storico monastero dell’Aquila, per ricominciare da capo in povertà, desiderando un luogo più silenzioso e adatto alla preghiera. Qualche anno dopo, nel marzo del 2012, chiesi di poterle conoscere e immediatamente mi sentii arrivata a casa.

    Le Sorelle dicono sempre che il terremoto in un momento gli ha tolto tutto, tranne Dio e la Fraternità e su questi due pilastri - preghiera e fraternità - è stata ricostruita la vita. Anche in me il Signore ha suscitato lo stesso desiderio di fondare la vita sull’Essenziale, per questo ho chiesto di poter rimanere qui, a Paganica, a L’Aquila, in questa terra povera e ferita, che sento di amare profondamente.

    Il dono della Professione solenne, che segna il compimento del cammino di discernimento e l’inizio di un nuovo capitolo, mi proietta adesso nell’umile quotidiano, con la gioia di essere amata e sposata e con il desiderio di ricambiare l’Amore ricevuto diventando dono per Dio e per i fratelli.

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