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Dalle Clarisse di Paganica

Santa Pasqua 2016


Carissimi fratelli e sorelle,
“Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Essa non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore, come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio; è un amore “viscerale”, che proviene dall’intimo come un sentimento profondo, naturale, fatto di tenerezza e di compassione, di indulgenza e di perdono (dalla Misericordiae Vultus)”. Il Giubileo Straordinario, inaugurato l’8 dicembre da Papa Francesco con l’apertura della Porta Santa, è un tempo di grazia particolare che la Chiesa ci offre per ritornare ad attingere a piene mani al grande fiume della misericordia, che sgorga e scorre senza sosta dal cuore della Trinità, dall’intimo più profondo del mistero di Dio, come fonte inesauribile alla quale ognuno di noi può accedere ogni volta che ne ha bisogno. La Quaresima di questo Anno Santo è un momento forte per fare esperienza più intensa di questo amore fissando i nostri su Gesù, che sulla Croce ha preso su di sé la nostra debolezza e ha fatto della sua vita un dono di amore totale, gratuito e fecondo per la salvezza di tutta l’umanità.
Guardando indietro a questi mesi passati ci rendiamo conto che proprio la misericordia eterna di Dio è il filo rosso che attraversa le nostre giornate, perché in tutto il nostro vivere possiamo riconoscere gli infiniti segni della sua tenerezza che ci raggiunge.
L’8 dicembre scorso anche noi ci siamo messe in comunione con tutta la Chiesa con una veglia di preghiera durante la quale abbiamo aperto la “porta santa” della Cappella, perché anche il nostro Monastero sia luogo di misericordia e di grazia per tutti coloro che si accostano. Da quel momento in poi i vari appuntamenti che abbiamo vissuto sono stati occasione per celebrare alcune delle infinite sfaccettature dell’amore senza fine di Dio che getta il proprio cuore sulla nostra povertà: il 31 dicembre, vegliando in adorazione, insieme a P. Fabrizio Di Fazio, frate cappuccino, la preghiera si è fatta lode e gratitudine al Signore della vita e della storia per i giorni passati, e affidamento alle sue mani di Padre provvidente per quelli futuri. Così pure nel vespro dell’amicizia del 10 gennaio il nostro grazie è salito al Signore per tutte le persone che ci sono vicine in mille modi e si fanno strumento della sua cura attenta e sollecita per noi. Il 1° febbraio, con la veglia animata da P. Carlo Serri, si è concluso l’Anno della Vita Consacrata, nella restituzione gioiosa di un tempo che è stato importante per riscoprire il dono della nostra vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo. Il 14 marzo, poi, ha fatto tappa nel nostro Monastero la peregrinatio dei simboli della GMG: il grande Crocifisso di San Damiano e la statua della Madonna di Loreto, che la Chiesa italiana donerà quest’estate alla Giornata Mondiale della Gioventù con Papa Francesco a Cracovia; quella sera don Mauro Bozzola ci ha aiutato a metterci sotto lo sguardo di Colui che ci ha amato fino alla fine.
L’avanzare dei lavori al monastero fa prendere sempre più forma e bellezza alla nostra casa e ci fa pregustare il trasferimento tanto atteso e desiderato, che speriamo si possa concretizzare al più presto, magari entro la fine di questo anno: proprio in questi giorni di marzo, in cui la primavera esplode nel suo primo fiorire, sono state rimosse le gru e abbiamo salutato i due grandi bracci meccanici che in questi quattro anni di cantiere, hanno ormai portato a termine tutti i lavori al piano superiore; per il resto gli operai sono impegnati al piano terra nella zona della cucina e della cantina, e si stanno adoperando per montare gli infissi e completare gli impianti.
Il “cantiere formativo” della nostra Fraternità procede grazie al prezioso contributo di tanti fratelli che ci hanno donato il loro tempo e il frutto della loro preghiera; fra tutti ricordiamo in particolare don Federico Palmerini che ci ha aiutato ad entrare nello spirito di questo Giubileo attraverso una lettura della Bolla di indizione “Misericordiae Vultus” di Papa Francesco; don Mauro Bozzola ci ha guidato nei tre giorni di esercizi sulle armi della lotta spirituale; con fra Arturo di Palestrina abbiamo parlato del tema dell’unità nella nostra vita; il monaco certosino dom Jacques Dupont ci ha donato una bella giornata di incontro sull’esperienza della misericordia di Dio nella vita contemplativa, mentre l’incontro fraterno con Mons. José Rodriguez Carballo sull’ultimo documento della Congregazione dal titolo “Contemplate” e la bellezza di appartenere interamente al Signore come consacrati, ci ha fatto riassaporare la letizia della complementarietà e della reciprocità tra Primo e Secondo Ordine. Infine ogni giovedì di quaresima, attraverso un ciclo di catechesi, P. Fabrizio Ciampicali, frate minore del Lazio e ora parroco a San Sisto (L’Aquila), ci ha aiutato a conoscere meglio le opere di misericordia corporale e spirituale per poterle tradurre e mettere in pratica nella vita di ogni giorno così da diventare sempre più misericordiosi come il Padre.
Quest’anno abbiamo avuto la gioia di celebrare per la prima volta la festa della Beata Antonia nella Chiesa di San Bartolomeo, avendo di nuovo con noi, dopo ben sette anni, il suo corpo incorrotto. Nei tre giorni del triduo P. Marco D’Emilio e P. Carlo Serri ci hanno accompagnato nell’approfondire il suo esempio di sequela radicale e appassionata, che ha portato la nostra madre alla piena conformità con Gesù e a spargere intorno a sé quel buon profumo di santità che ci raggiunge intatto ancora oggi. Nel giorno della festa, domenica 28 febbraio, il nostro Arcivescovo, Mons. Giuseppe Petrocchi ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica, animata dal coro giovanile diocesano, che con l’armonia delle voci ci ha aiutato a lodare il Signore per le meraviglie che ha compiuto nella nostra Beata: è stato davvero un giorno di grazia in cui la sua presenza si è fatta ponte di comunione tra la terra e il cielo per noi, per tutti i presenti e per quanti consegnano alla sua potente intercessione le loro intenzioni. Attraverso di lei continuiamo ad affidare al Signore tutti coloro che abbiamo incontrato in questi mesi: i giovani, le famiglie, gli scout, i sacerdoti, i frati, le suore, i postulanti… e tutti voi!
Nel ringraziarvi per il vostro affetto e per il prezioso sostegno della vostra amicizia e vicinanza, vi salutiamo con i nostri più cari auguri: il Signore Risorto benedica voi e quanti vi sono cari con la sua presenza viva, e la forza del mattino di Pasqua possa raggiungere il cuore di ciascuno portando vita nuova e frutti di pace e di gioia, di amore e di speranza per tutti.

Le vostre sorelle Clarisse di Paganica

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